PER APPROFONDIRE
Protocollo di intesa con il Comando Vigili del Fuoco di Ferrara
Il 15 maggio 2019, a 7 anni dal sisma che ha colpito l’Emilia, la grande tela dedicate all’Incoronazione della Vergine è stata ricollocata nella posizione originale, cioè nella crociera della basilica di Santa Maria in Vado.
Già in fase di restauro si era posto con evidenza il problema della collocazione definitiva dell’opera, poiché le condizioni statiche ancora precarie di alcune parti della Chiesa e la grande altezza da raggiungere avrebbero richiesto un intervento di estrema complessità e tempi incerti di realizzazione. Nel 2019, grazie ad un nuovo Protocollo di intesa che ha visto come sottoscrittori l’Arcidiocesi di Ferrara, la Parrocchia di Santa Maria in Vado, il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Ferrara, il CIAS e il CFR, è stato possibile pianificare, progettare nel dettaglio e poi realizzare, un sistema tecnico ed una procedura di ancoraggio per riuscire a riportare la tela sulla crociera, senza gravare sul solaio della Basilica.
Dopo attente analisi svolte in piena sintonia dal Centro di ricerca insieme al Comando Vigili del Fuoco di Ferrara, è stato possibile concordare sopralluoghi, studi di progetto e quindi un piano di azione (approvato dal Ministero dell’Interno per quanto di competenza) così da riuscire a svolgere l’intervento in piena sicurezza per gli addetti ed i visitatori della Basilica, dando modo alla Parrocchia di sovrintendere ad ogni fase dei lavori.
La squadra SAF (Speleo Alpino Fluviale) del Comando Vigili del Fuoco di Ferrara, che grazie alle tecniche di addestramento è impegnata sia nel soccorso alle persone che si trovano in situazioni critiche sia nel recupero e nella messa in sicurezza del patrimonio artistico in emergenza, ha così sollevato il quadro a 27 metri di altezza la tela, ancorandola nella posizione originale a partire dal transetto (cioè dall’alto e non dal basso come fino ad allora era avvenuto) e con modalità non invasive. Anche in occasione di questa fase del progetto il SE@ (Centro di tecnologie per la Comunicazione, l’Innovazione e la Didattica a Distanza dell’Ateneo) ha video-documentato l'intervento di sollevamento del quadro che, insieme alle riprese realizate direttamente dai Vigili del Fuoco, ha dato vita alla bellissima clip di sintesi che è possibile visualizzare qui:
Il sistema di ancoraggio
Il telaio interno in legno di supporto del quadro (separato dal telaio di ancoraggio della tela da un sistema di molle in acciaio), era stato realizzato in occasione degli interventi svolti negli anni ’90, allo scopo di fissare la cornice intelaiata alle travi di copertura della Basilica, attraverso un sistema di barre filettate.
Nel 2012, quando è stato necessario portare a terra l’opera, sono state tagliate le quattro barre filettate nel sottotetto che reggevano la cornice, avvitate a piastre, e il quadro fu rimosso in emergenza da tecnici, per conto della Parrocchia, attraverso piattaforme elevatrici. Trattandosi di un metodo di fissaggio che non consente una sicura e agevole rimozione dell’opera, oltre a richiedere sia la foratura delle travi strutturali della chiesa sia del telaio di supporto del quadro, in fase di riposizionamento si è deciso di intervenire in modo sostanziale sull’intero metodo di sospensione del quadro.
Il nuovo sistema di ancoraggio si ispira ai metodi tradizionali di sostegno di grandi manufatti agli edifici storici (lampadari, quadri, sculture, ecc.), spesso basati su funi e carrucole che consentivano di portare a terra con facilità anche grandi pesi, consentendo rapidi interventi periodici di pulizia, manutenzione e sostituzione. Allo stesso tempo si è tenuto conto dell’esigenza di non appesantire la pavimentazione della Basilica (realizzata in grandi lastre in pietra poggianti su un gattaiolato in mattoni, quindi non direttamente a terra), andando a “recuperare” il quadro dal foro esistente nel cannicciato sul soffitto, senza carichi dovuti a ponteggi o mezzi meccanici a terra.
Al vecchio telaio interno di sostegno, ancora in ottimo stato, è stato così demandato il compito di continuare a sostenere l’altra cornice di tensionamento della tela (l’intero sistema ligneo pesa solo 48 chili), dotandolo di nuovi punti di presa in acciaio inox, fissati tra loro e a barre preforate, sempre in acciaio inox (tutti i sostegni pesano circa 10 chili).
Il nuovo metodo di ancoraggio consente di non dover avvitare nulla alla cornice in legno esistente e di non dover inserire una contro struttura in acciaio di sospensione (che avrebbe notevolmente appesantito il sistema). Gli ancoraggi fissati in numerosi punti della griglia del telaio, a secco e con omogeneità di materiali (acciaio con acciaio), consentono di distribuire bene i punti di presa, così da non sbilanciare la tela nelle fasi di sollevamento ma utili anche al posizionamento del quadro, bloccando le zanche di fissaggio ai travetti e alle capriate in legno, senza dover predisporre punti fissi e potendo utilizzare cavetti in acciaio inox (facili da rimuovere in caso di necessità).
L’impiego di lande preforate in acciaio per gestire tutte le fasi di sospensione, ha permesso di adottare materiali e sistemi di ancoraggio sicuri ma anche agilmente apribili e rimovibili in emergenza, potendo fissare agli stessi carrucole per riportare a terra la tela anche nel caso servissero monitoraggi negli anni a venire.
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