SYMBIEN intervista Mazzacane

SYMBIEN: intervista al prof. Mazzacane


SYMBIEN: IL FUTURO NELLE MANI DEGLI STUDENTI

Intervista al prof. Sante Mazzacane, direttore del CIAS

 

Sante Mazzacane è stato professore associato di Fisica tecnica presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e, sempre presso l’ateneo cittadino, è attualmente direttore del Laboratorio Interdipartimentale CIAS (Centro ricerche Inquinamento fisico chimico microbiologico Ambienti alta Sterilità). Laureato in Ingegneria nucleare, si occupa di controllo energetico, di contaminazione ambientale e di progettazione impianti. 

 

Professor Mazzacane, in che modo è nata l'idea di SYMBIEN?

“É stata una folgorazione improvvisa, a suo modo anche buffa. Nel dicembre del 2022 mi ha contattato la professoressa Anna Maria Masi chiedendomi se avessi in mente qualche progetto da proporre all’interno del Liceo Ariosto. All’inizio – dico la verità – non avevo una soluzione specifica in testa; poi, un sabato pomeriggio, mi sono messo a letto a guardare il soffitto e d’incanto è scoccata la scintilla”.


Più precisamente?

“Ho pensato a una ricerca sui problemi di contaminazione e di comfort negli spazi ad elevato affollamento ad uso didattico: uno studio che in passato era già stato condotto in alcune aule della Facoltà di Architettura a Ferrara, ma con risultati non completi. Alla base c’è l’idea di riqualificazione simbiotica: basti pensare al nome del progetto – SYMBIEN, per l’appunto – che in realtà lega tra loro tanti aspetti diversi. Proprio per questo abbiamo successivamente pensato di allargare ulteriormente il campo della ricerca, procedendo con la rigenerazione dello spazio didattico anche dal punto di vista impiantistico, architettonico e di arredo”.


In passato lei ha collaborato più volte con il Liceo Ariosto. Il Progetto SYMBIEN, però, sembra avere un’originalità che lo distingue nettamente dai precedenti…

“Effettivamente è così, perché gli studi che abbiamo sviluppato in passato avevano obiettivi molto diversi. Il primo risale al 2017 e consisteva nel restauro e nell’analisi della contaminazione microbica di un'opera del Bononi nella Chiesa di Santa Maria in Vado. L’idea era di sostituire gli agenti chimici e meccanici impiegati normalmente nella riqualifica delle opere d’arte, che sono molto aggressivi, con microrganismi che non danneggiassero il dipinto. Richiamandoci al sense of beauty della teoria di Darwin, abbiamo poi sviluppato nel 2019 un'altra ricerca, molto complessa, relativa alla misura del sentimento estetico in un individuo, monitorando i parametri fisiologici (elettroencefalogramma, elettrocardiogramma, rilievo del movimento oculare e delle specifiche zone osservate) ed emozionali (misura della conduttività elettrica della pelle) di 450 volontari mentre osservavano i 18 quadri di una mostra tenutasi al Castello Estense. Questa ricerca è ancora in corso e sta fornendo risultati molto interessanti”.


Quale valore aggiunto ricavano, gli studenti, dalla partecipazione a queste esperienze?

“Per loro sono senz’altro grandi opportunità educative. Di solito le materie scolastiche si studiano separatamente; il nostro obiettivo, invece, consiste nel mostrare come un tema possa sempre essere interdisciplinare. Il punto di svolta consiste nel trasformare il gioco in apprendimento e l’apprendimento in gioco”.


Secondo lei quanto tempo servirebbe per estendere il modello di aula verde all’intero Liceo Ariosto? E quali sarebbero i costi?

“Il discorso economico è complesso, perché purtroppo la nostra società è concentrata più sul semplice concetto di spesa che sul rapporto tra costi e benefici. Se le aule fossero esteticamente gradevoli e più confortevoli, gli studenti molto probabilmente vorrebbero trascorrerci più ore. Con SYMBIEN sono stati esaminati diversi aspetti. La sanificazione con il sistema PCHS a base di probiotici, ad esempio, potrebbe essere implementata immediatamente; gli importi, in questi casi, sono di pochissimo superiori a quelli per i disinfettanti chimici, ma bisogna tenere conto della significativa diminuzione dei patogeni, soprattutto di quelli resistenti agli antibiotici. Per intenderci, nell’aula 13 si è verificato un calo delle colonie di patogeni per metro quadro di oltre 70-75 % rispetto ai valori rilevati nell’aula 12, quella ‘tradizionale’, che abbiamo monitorato in parallelo e che è sanificata con agenti chimici”.


E per quanto riguarda gli altri interventi?

“Anche la ventilazione meccanica può essere estesa ad altre aule; in questo caso, il costo dei macchinari per aula è inversamente proporzionale al numero di aule servite. Occorre considerare, tuttavia, che in questo modo l’ambiente didattico sarebbe molto più sano, vivibile e confortevole. Per quanto riguarda le piantumazioni e il miglioramento del design, invece, i costi sono in realtà molto bassi: basti pensare che complessivamente, in questo progetto, abbiamo speso circa 400 euro per i pannelli e circa 200 per le piante”.


Costruire edifici verdi permetterà un consistente miglioramento delle condizioni ambientali oppure saranno necessari ulteriori interventi a livello edilizio?

“La struttura degli immobili deve essere ripensata. Il ragionamento è molto semplice: un edificio verde necessita di terra e piante, quindi sono necessari degli adattamenti. Si considerino, ad esempio, gli edifici “verdi” di Milano: gli studenti di Architettura organizzano viaggi di istruzione solo per vederli. Ma, a prescindere da tutto ciò, questi fabbricati sono da gestire e i costi sono sicuramente elevati: da un lato, infatti, in questi casi lo scopo è la qualità del costruito, dall’altro va considerata anche la spesa per le manutenzioni periodiche delle piantumazioni”.


Professor Mazzacane, lei si è laureato in Ingegneria nucleare: in che modo si è avvicinato al mondo dell'ecosostenibilità?

“Sono entrato nel mondo del rinnovabile scrivendo una tesi presso l’industria Zanussi di Pordenone sulla realizzazione di un gruppo frigorifero a energia solare, e per quattro anni, poi, ho lavorato in questo settore. Successivamente mi sono interessato di problemi energetici nella sfera del civile, dell’industriale e dell’ospedaliero. Una delle convinzioni cui sono arrivato in questi anni, però, è che un problema da affrontare in questo campo sia sicuramente il design, perché, ad es., gli impianti fotovoltaici sono oggettivamente poco o per nulla gradevoli esteticamente. Occorre, a mio avviso, un cambio di passo che soddisfi anche l’occhio, e su questa scia credo sia un bene lasciare spazio alla fantasia. In definitiva, dovrà essere non più solo un lavoro, ma un gioco”.


Intervista reallizzata dalloStaff comunicazione della classe 5^N:

Claudia Franceschini,Alice Maietti,Michela Palomba,Sofia Righetto,Giacomo Soffritti,Alice Spolverini,Matteo Vitadello

2022 | in corso

Rigenerazione di spazi scolastici per la valorizzazione delle simbiosi nell’ambiente costruito, finalizzate alla ottimizzazione dei parametri termo-igrometrici, chimici, microbiologici e al miglioramento del comfort, della salute e della qualità progettuale degli interni


Le attività sperimentali sul campo di questo studio hanno avuto inizio a marzo 2023 e si concluderanno nel 2026:

- fase 1: monitoraggio aule

- fase 2: analisi trasversali

- fase 3: riqualificazione aula pilota

- fase 4: disseminazione

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